mercoledì 21 aprile 2010

Fotografia color seppia




Mi ricordo di te. Mi ricordo la prima volta che ti sei dimostrato geloso, la prima volta che mi hai fatto rabbrividire e piangere leggendo un libro per bambini o ascoltando My Immortal... Mi ricordo la mattina avvolta tra le lenzuola sfatte e le nostre voci, un ti amo sussurrato col sorriso sulle labbra, mi ricordo i desideri e i progetti e una piccola capanna in Tibet.... mi ricordo le attese notturne infinite, mi ricordo le email attraverso l'oceano, mi ricordo un piccolo anellino d'oro al mignolo per averti sempre vicino... Mi ricordo Miguel Bosé e gli okay laconici di Mathilda e Léon, mi ricordo la tua compilation e tutti i messaggi senza risposta, mi ricordo il coupè nero... Ricordo le porticine del tuo cuore e quando mi chiamavi disgrazia, ricordo i "pronto?" "via!" al telefono, ricordo il mio angolo di paradiso e il pianoforte, ricordo una conversazione telefonica dal bagno dell'aereoporto, e soprattutto i tuoi occhi grigi dolci e tristi...
Raccolgo tutte queste briciole di noi, le ripongo in una scatola come un carillon e lo chiudo a chiave in un anfratto del mio muscolo cardiaco. La vita scorre e fa male ma tutto questo è solo nostro, e per quanto non sia andata come volevamo e il Tibet sia ancora lontano, un angolo di anima sarà sempre riservato a te.
Se è valsa la pena stare male, piangere, perdere la rotta per tutto questo tempo?
...per te, sì. Non ho rimpianti.

sabato 10 aprile 2010

Morpheus' Realm


Sogni strani, a più riprese, con un profumo che mi sembra di ricordare ma non ricordo, come se il cassetto delle mie memorie più antiche fosse stato aperto e messo a soqquadro per trovare proprio quella scena, quell'attimo… un nome che non so, un abbraccio di quelli che ti fanno illuminare gli occhi, o forse erano i tuoi occhi, a luccicare, nei miei spaventati, non lo so…
Un fiume cristallino, vicinissimo, a due passi da me, e un lungo corridoio fra gli alberi, alla fine una specie di cancello, il sole che filtra timido fra le foglie, quando, quand'è che sono già stata in questo luogo…?
I – I can’t take my mind off you.
Oggi è un pomeriggio uggioso da Damien Rice e repeat continuo, a immaginare set fotografici in una casa antica, che chissà dov’è, Mélisse su una sedia a dondolo e la carta da parati cupa, come in un videogioco horror
poi in un istante the Blower’s Daughter diventa il Lacrimosa di Mozart, non so bene perchè...
Non mi capisco quasi per niente, e chissà poi perché tutta questa voglia di capire, come se capire portasse dei vantaggi e non fosse, invece, la disgrazia peggiore di tutte…
 
E non so chi eri -o forse sì?- ma conoscevi il mio nome e non suonava così orrendo sulle tue labbra, potevo quasi sopportarlo...
era un sogno bello, un posto bello, come un ricordo…
Ma i ricordi bruciano tutti e quello che ci resta, alla fine, è solo cenere.
La soffio via con nonchalance e torno a farmi le unghie sul tappeto.