domenica 22 gennaio 2012

Buonanotte.


Beh, francamente, ho poco da dire. Che Splinder chiude ormai lo sapete un po' tutti. Ho trasferito anche io la Gabbia, ma nessuna piattaforma mi soddisfa totalmente, per cui non so se darò nuovo impulso al blog anche in altri lidi. Inoltre, molti dei blog che seguivo, probabilmente, scompariranno insieme a Splinder. Questo è un po' triste, e io ho fatto del mio meglio per aiutare a trasferirsi chi voleva farlo ma non sapeva come. Sono su Splinder dal 2004, quasi otto anni. All'epoca non avevamo avatar e io ero una bambina e allora come adesso soffiavo qui dentro un po' di anima perchè potevo avere un angolo tutto per me in cui sfogarmi liberamente, e questo mi piaceva. Comunque non intendo fare la sentimentale perchè un indirizzo web che cambia non mi fa nè caldo nè freddo, e le persone che sentivo su splinder posso ricontattarle anche altrove, volendo, il fatto che mi rattrista è pensare a tutte le parole che andranno perse, tutti i ricordi delle persone che hanno utilizzato splinder così come l'ho fatto io. Mi rattrista perchè, e chi ha un blog da tanto tempo lo sa, volente o nolente ha anche dei ricordi che gli lega e che lo accompagnano. Adesso molti ricordi spariranno, ed è un peccato.
Dunque, Splinder, questo è il mio ultimo post, a dieci giorni dall'implosione. Attiverò il redirect solo l'ultimo giorno perchè per ora non ne vale la pena.
Buonanotte anche a te, allora. Addormentati e fai bei sogni, insieme a tutti gli altri blog, e ai pensieri belli e brutti che avete raccolto. E chissà poi che questo Vaso di Pandora non venga, un giorno, riaperto...

sabato 18 giugno 2011

Karma

Io non canto mai vittoria. Neanche quando ormai stringo fra le mani il premio: forse per carattere, per esperienze trascorse, vivo costantemente in attesa della risacca che mi porti via tutto quello che mi sembra di "avere"... questo mi fa sembrare, ad occhi estranei, una persona incontentabile. Ovviamente così non è.
Il punto è che, per le cose a cui tengo tanto, desidero accertarmi che continuino, prima di abbandonarmi alla gioia col rischio di perdere tutto per distrazione. Ma la gratitudine, quella, è immediata. E silenziosa, nascosta. Privata.
Non c'è qualcosa in cui io creda ciecamente, i dogmi mi lasciano interdetta, non mi piacciono le teorie che non posso modellare sul mio pensiero. Ma in certi casi incomincio a pensare che nonostante tutto, una legge cosmica forse esiste. Ed è la cosa migliore a cui si possa credere, per vivere.


Lavori duro per mesi, fai sforzi e regali sudore e lacrime per qualcuno che non sei tu. Solo per fare la cosa giusta, l'unica cosa che riesci a fare. E lo sai che nonostante i tuoi sforzi siano poco apprezzati, alla fine avranno un senso. Così insisti, perseveri. Ci metti l'anima. Fino all'ultimo secondo, nonostante ormai, stremato, le forze che ti restano siano pari a una minuscola goccia. Ti svegli al mattino e sai che userai quella goccia per fare tutto quello che puoi: lotterai per questo. Se riuscirai o meno sarà un problema da affrontare in seguito: tu devi provare... perchè è l'unica cosa giusta. Perchè è tutto ciò che puoi fare, non esiste altro, anche se non ti aspetti di riuscire. Speranze non ne hai, ma provi lo stesso... perchè devi. C'è qualcosa dentro che non ti dà pace e te lo grida, tenendoti sveglio la notte. Una missione suicida, ma devi, devi, devi. Ne và della tua stessa essenza.
E così, quando ormai ti sei accasciato sconfitto in un angolo, senza speranze e convinto che tutto ciò che puoi fare è prenderti un attimo breve per il dolore prima di ricominciare con la routine, dopo aver sprecato dei mesi e delle parti di cuore... le cose girano. Tutta la stanchezza, il dolore, la sofferenza, si tramutano in una stanza con le finestre aperte, da cui entra un sole che inonda ogni angolo rendendolo dorato. Una fase finisce, una nuova, migliore, comincia. Qualcosa è cambiato, qualcosa è rimasto e rimarrà.
Però adesso lo sai. Che c'è qualcosa.
E tutto ha più senso.

Yin YangIo, Ichi e Ni vi salutiamo dal divano. Holly non è con noi, ma in cortile quando salta sulle mie ginocchia come al solito, le racconto delle sue figlie che ora sto crescendo io in una casa, al caldo, senza auto e rischi. Il dubbio che lei provi nostalgia mi resta, ma poi sento che sto facendo la cosa giusta, e lei mi fa le fusa. Anche le sue cuccioline, che ho fatto nascere insieme alla loro mamma.
C'è qualcosa di giusto in questo e io sono felice che, finalmente, la ruota sia girata. Se vi chiedevate il perchè di questa lunga assenza, beh, eccolo... gli ultimi ingranaggi della ruota sono terribilmente pesanti e difficili da far girare. Però, sappiate che si può fare. Coraggio.

martedì 1 marzo 2011

Du, Du Hast, Du Hast Mich


mica è facile eh incatenarsi sempre agli stessi errori come se una vita intera non fosse mai stata e come se perdonare sempre fosse l'unica strada non sbarrata; mica è facile eh confondere costantemente bontà e stupidità e mettere sullo stesso piano chi prova e chi neanche prova a; mica è facile eh accumulare moli enormi di rabbia una dopo l'altra fino a portarsi ogni giorno un'arma atomica nella gola da disinnescare con pazienza ad ogni minimo crack; mica è facile eh.
Tanto per dire che se una cosa non è giusta non è giusta, non ci sono compromessi che tengano, se non è giusto c'è una voce nella testa che te lo dice, guarda che stai sbagliando, guarda che il tempo per coltivare le tue rose lo trovi se ci tieni, non c'è ma che tenga, guarda che non è che devi per forza donare un miliardo se non ce l'hai, basta uno spicciolo ma dato spontaneamente, basta uno spicciolo piccolo se è tutto quel che hai, lo sa anche la gatta che se hai solo un croccantino è comunque contenta, lei lo sa ma il mondo no, perchè è malato e non funziona, perchè si è dimenticato che esiste una cosa che si chiama respiro che sovrasta ogni altra attività umana e se si dimentica di respirare c'è qualcosa che dall'interno divora ogni cellula finchè, guarda, quella macchina perfetta si rompe, altro che intelligenze artificiali, e resta soltanto un ammasso di ingranaggi arrugginiti.
Io ci provo, ci ho provato, ci proverò ancora, ma così è devastante, così fa schifo, così è deprimente, così è folle e mi fa venire voglia di spaccare muri e vetri e vene perchè veramente, veramente, no.

Soltanto affinchè si sappia, ecco. (e non rileggerò neppure, forse).

domenica 23 gennaio 2011

Caution: splatter/gore


Soltanto perchè si abbia vaga idea della chiave d'interpretazione del famoso abisso di cui ho accennato in più d'un post: questo oscuro precipizio senza fondo equivale a sentirsi soffocare dal desiderio che enormi uccelli rapaci mi strappino via il il cuore con i loro artigli acuminati e, mentre ancora si sente il loro gracchiare rabbioso, mi becchino via gli occhi strappandoli dalle orbite, portandoseli via in un turbine di piume scure, lasciandomi al suolo ancora inspiegabilmente cosciente, senza poter gridare, solo a desiderare che la vita mi venga strappata via nel modo più rapido possibile.
Mi scusi il sig. Hitchcock per la reinterpretazione spontanea.

martedì 4 gennaio 2011

Voglio un pensiero superficiale che renda la pelle splendida


Sì, che è un periodo un po' così, in cui mi aggrappo alla superficialità dal momento che tuttoilresto è grigio fumo sfocato, metto a fuoco solo quel micromondo in cui ci sono io seduta e la gatta accoccolata sulle mie ginocchia col muso nascosto nell'incavo del mio gomito, metto a fuoco solo il suo respiro piccolo e io divento per qualche momento lei, non io, non una persona, soltanto un gatto morbido addormentato al caldo
mi chiedo che cosa sogna quando dorme, lei, forse niente, o forse quando era con i suoi fratellini al caldo della sua mamma, non lo so e non lo posso sapere ma credo di sentirlo un po'...

E voler sfuggire così da sè sarà forse ritenuto un troppo facile espediente, d'altronde lo diceva anche oscarwilde (povero caro, gli fischieranno tanto le orecchie lì dov'è adesso, con tutti gli adolescenti che lo citano a sproposito) che i piaceri semplici sono l'ultimo rifugio della gente complicata, ma io ci provo a convivere con quello che sono, però arrivo troppo di frequente a quel punto in cui ci siamo io e la vita comune e ci guardiamo attraverso uno specchio e io non riesco a fare altro che prendere a cazzotti il mio riflesso... che tanto il male che avverto è sempre minore di quel brivido gelato di quando mi sento abbandonata, ma tanto sono anni che ci convivo e per la verità non sono mai realmente abbandonata, è solo quella brutta e dolorosa sensazione come di spilli gelidi, di sentirsi soli con un mondo di persone intorno, e sentirsi sempre più soli tanto più si ha vicino qualcuno, che è poi l'unica cosa che tutti abbiamo in comune, la solitudine e il dolore che fa, possiamo nasconderlofingereaccettarlo ma è una verità innegabile che tutti sappiano cos'è la solitudine ergo che tutti l'abbiano provata

Per il resto bah, non ho voglia, non ho voglia, non ho voglia, di niente, di tutto, odio non dormire la notte perchè sono in lacrime e mi odio perchè non riesco a non piangere e mi piacerebbe ridurre la mia vita a un solo infinito momento in cui ci siamo solo io e la gatta che dorme, io e la gatta che dorme e nient'altro, solo così per un eterno infinito meraviglioso momento

(PS: grazie a tutti per gli auguri, ricambio ma non ho voglia di andare in giro per blog a fare gli stessi noiosi auguri, alle persone a cui tenevo fare qualche augurio in particolare l'ho già fatto o lo farò in privato.)




mercoledì 17 novembre 2010

Randomness miagolante


Oscilliamo di continuo, da un estremo all'altro. Più in basso cadiamo più su ci risolleviamo, e abbiamo le vertigini a guardare a quanta distanza siamo dall'estremo inferiore. Poi ovviamente le vertigini non possono durare a lungo e tutto torna ad essere statico per periodi più o meno lunghi. Si risale si ricade si risale si ricade e alla fine insomma forse c'è solo da rassegnarsi e accettarlo...
Non scrivo sul blog da un po' perchè la risalita dall'abisso è faticosa, anche quando il vento è a favore. Ma guardo la gatta randagia del cortile negli occhi, adesso che fa il riposino pomeridiano sulle mie ginocchia, è cresciuta tanto da quando si è lasciata accarezzare per la prima volta, in estate, e anche se è dura non poterla portare a casa con me adesso che piove, so che per ora và bene così. Và bene, io adesso sorrido spesso, non sempre ma spesso, và bene anche se poi ci sono giorni in cui mi sembra che sia tutto andato al diavolo e mi chiedo quanto può durare, và bene comunque, anche se a dire il vero vorrei proprio andarmene da qui, ed è stupido e non vorrei scriverlo qui ma forse sono i tuoi occhi nuovi che ho voglia di cercare nella folla, adesso...



Micia

[dorme sulle mie gambe, la mia piccola, e io non riesco a darle un nome, mi sento Holly Golightly... proponete pure, però.]



domenica 19 settembre 2010

Fatum


Per ogni volta che mi sono chiesta in che imprevedibile modo cambierebbe la mia vita se chi mi circonda avesse solo la minima idea del famoso abisso (vedi post precedente) che nascondo nell'anima, c'è stata una volta in cui ho scosso la testa, sconsolata nella consapevolezza che se anche la verità fosse scritta a caratteri incandescenti sulla mia fronte, a certi individui resterebbe ugualmente incomprensibile come lingua straniera.



Sibilla

lunedì 13 settembre 2010

Ringhiare


È  cosa risaputa che guardare nell'abisso implichi un feedback di ritorno, e l'impulso magnetico che dal fondo ci attira è a tratti irresistibile, caramelle per un bambino, divieti per chi ha deciso di essere un ribelle
l'Abisso ha una voce che non si può ignorare, bisogna imparare a conviverci, a spingersi quanto più possibile sul ciglio del precipizio per ascoltarla ma poi farsi da parte quando si sfiora il punto del non ritorno
ci agghindiamo, spendiamo la vita in superficialità, e ridiamo e facciamo carezze e siamo altruisti ma alla fine, in fondo, troppo in fondo, dove arrivano solo i palombari, bisogna avere acciaio nel cervello per sopportare il richiamo delle sirene dell'abisso.
Hanno iniziato a cantare sette anni fa per me e ora soltanto le avverto ricominciare più insistenti dopo aver negato la loro esistenza per tutto questo tempo, le avverto e cerco di affrontare e combattere questo canto, ma una sirena è una sirena è una sirena è una sirena e non sono ulisse perchè non ho Itaca alcuna, soltanto pezzi di un puzzle che non riesco a comporre, incompleto fino alla nausea
Ma l'Abisso non smette di chiamare e sarebbe forse più facile lasciarsi cullare fra le sue onde buie,  quando all'improvviso il dubbio amletico si staglia dietro le palpebre come monito e ci si scotta come col ghiaccio facendo tre passi indietro inorriditi da sé
Ma noi siamo quello che siamo e rifiutare un richiamo è il nostro istinto sottomesso alla ragione, siamo noi sottomessi a una sovrastruttura sociale che forse neanche Kant e i suoi amici
E quindi per la cronaca, ognuno ha i suoi punti deboli e i suoi richiami e le sue fissazioni che è giusto assecondare, per cui a chi non se ne rende conto ed ha soltanto un Ego tanto spropositato quanto inutile và tutto il mio dolcissimo e appassionato vàaldiavolo ma adesso, non domani.




[Avviso ai naviganti: la grammatica l'ha portata via la mia rabbia frustrata, pace e bene e.]

sabato 31 luglio 2010

Hold your breath and count to ten



I temporali estivi sono pura meraviglia. Sdraiarsi sul letto con la finestra spalancata, guardando il cielo che sbianca e gracchia, è meraviglioso. Sentire l'elettricità, guardarla mentre si sprigiona e avvertirne il ronzìo, non è cosa da poco. Credo di aver finalmente trovato un punto a favore dell'estate.
Sono qui a languire e sporgo il collo per guardare una parte di cielo più grande. Penso alla povera gatta incinta nei dintorni del garage e spero che abbia trovato un riparo, lo spero perchè è così dolce con me che la porterei su al riparo nella mia coperta preferita senza neanche averla avvicinata una sola volta. Mi guarda, quando io mi affaccio, e miagola se la chiamo. Ma sono troppo lontana. Darei qualsiasi cosa -qualsiasi- per poter avere qualcosa di mio da dare a lei. Ma non lo ho e questa mia cella è rivestita di seta, eppure soffro tanto e quando piango c'è solo la gatta, giù alla finestra, che mi guarda con i suoi occhioni che non vedo, perchè i miei sono appannati dalle lacrime, a starmi vicina, e questo io non lo dimentico. Ma il mondo sì, e la scaccia, perchè sporca le macchine.
Al diavolo le macchine.
Nel mondo in cui vivo io non è necessario stiparsi in scatolette d'acciaio ogni mattina per andare a fare un mestiere che non ci piace e ci uccide lentamente, e ogni gatto ha un rifugio, così come ogni creatura sperduta sa che può avere una casa, se lo desidera e non nuoce ad altri. Ma il mondo in cui vivo io non esiste, e resto solo una povera pazza che condivide le sue lacrime con una gatta bianca e nera a cinque piani di distanza.
La pioggia imperversa, e io dovrei chiudere la finestra prima di allagare la stanza. Ma è bellissimo avere finalmente qualcosa da guardare, qualcosa di imprevedibile che mi nutre l'anima con ogni lampo, e vorrei durasse tutta la notte, e mi cullasse mentre dormo, accompagnandomi da Morfeo.
Così, forse, sarei più forte, e potrei finalmente chiedere a Lui, al Dio dei Sogni, al mio fratello più caro:
"Ma i sogni, finiscono? Perchè vorrei che continuassero, anche quando al mattino io devo andare via".
Chissà cosa mi risponderebbe.