10:15 On a Saturday Night
And the tap drips
Under the strip light
And I'm sitting
In the kitchen sink
And the tap drips
Under the strip light
And I'm sitting
In the kitchen sink
Mercoledì, 03:36 aemme, quando la notte sta cedendo il passo all’alba e la città è un cimitero, solo Morfeo a sorvegliare col suo manto di stelle le finestre chiuse e il silenzio ovattato, opprimente, dell’umido limbo di vicoli e lampioni. Il respiro si fa cauto nell’aria greve, seguito da un brivido sospettoso, col timore che il minimo soffio possa risvegliare i mostri sopiti nelle ombre che ormai dominano. Le orecchie pulsano al silenzio che stride e rimbalza, sembra d’esser diventati sordi tutto d’un tratto, è come nascere all’improvviso in un mondo asfissiante senza vibrazioni, senza divenire: un eterno momento che non è passato né futuro, un oltretempo che vive solo negli occhi di chi lo guarda, immobilizzato, immerso nell’aria stagnante.
“I compagni di Morfeo”, potrebbero chiamarci, ma la verità è che siamo degli esclusi: vivere questo limbo è come restare a terra mentre la nave di tutto l’universo salpa, lasciandoci in quei luoghi che ci sembrano familiari, e sono invece solo gusci vuoti, carcasse di vita trascorsa e volata via, cimiteri senza corpi che attendono un nuovo ansito di vita da spegnere… L’aria umida si insinua indisturbata fra i miei capelli, e mi accorgo che sto fissando una feritoia da cui filtra una luce incandescente, vita che si espande flebile attraverso tende e veneziane calate. Potrebbe essere lontana una vita o soltanto pochi passi, non saprei dirlo in quest’assenza di dimensione, ma la sua presenza mi conforta in qualche strano modo anche da laggiù, ed è un po’ come se quella vita filtrasse, a distanza, anche dentro me. Avrei voglia di mettere la giacca, infilare le scarpe, e camminare al centro della strada, contare i passi e i battiti del cuore prima di arrivare ai luoghi che mi sono di giorno così familiari, avrei voglia di camminare su questo ponte di aria e buio per raggiungere quella finestra e, in silenzio, bussare con le dita.
Potrei scoprire una distrazione, soltanto una luce senza proprietari, o potrei forse trovare un compagno di insonnia, ma che importanza ha? Non c’è vento questa notte e tutte le luci prima o poi si spengono... qualcuno in casa, riemerso dai più reconditi anfratti della notte, si è svegliato, e col rumore io mi scuoto via dai miei pensieri così come dalle piccole gocce di nebbia che si sono accomodate fra i miei capelli.
Sono le 04:04, è l’alba ormai…
“I compagni di Morfeo”, potrebbero chiamarci, ma la verità è che siamo degli esclusi: vivere questo limbo è come restare a terra mentre la nave di tutto l’universo salpa, lasciandoci in quei luoghi che ci sembrano familiari, e sono invece solo gusci vuoti, carcasse di vita trascorsa e volata via, cimiteri senza corpi che attendono un nuovo ansito di vita da spegnere… L’aria umida si insinua indisturbata fra i miei capelli, e mi accorgo che sto fissando una feritoia da cui filtra una luce incandescente, vita che si espande flebile attraverso tende e veneziane calate. Potrebbe essere lontana una vita o soltanto pochi passi, non saprei dirlo in quest’assenza di dimensione, ma la sua presenza mi conforta in qualche strano modo anche da laggiù, ed è un po’ come se quella vita filtrasse, a distanza, anche dentro me. Avrei voglia di mettere la giacca, infilare le scarpe, e camminare al centro della strada, contare i passi e i battiti del cuore prima di arrivare ai luoghi che mi sono di giorno così familiari, avrei voglia di camminare su questo ponte di aria e buio per raggiungere quella finestra e, in silenzio, bussare con le dita.
Potrei scoprire una distrazione, soltanto una luce senza proprietari, o potrei forse trovare un compagno di insonnia, ma che importanza ha? Non c’è vento questa notte e tutte le luci prima o poi si spengono... qualcuno in casa, riemerso dai più reconditi anfratti della notte, si è svegliato, e col rumore io mi scuoto via dai miei pensieri così come dalle piccole gocce di nebbia che si sono accomodate fra i miei capelli.
Sono le 04:04, è l’alba ormai…
And the tap drips
drip drip drip drip...
drip drip drip drip...
Buonanotte, Noctambula.
[in sottofondo, una a scelta fra le ultime sei track di Boys Don't Cry dei Cure]
[in sottofondo, una a scelta fra le ultime sei track di Boys Don't Cry dei Cure]
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