lunedì 13 settembre 2010

Ringhiare


È  cosa risaputa che guardare nell'abisso implichi un feedback di ritorno, e l'impulso magnetico che dal fondo ci attira è a tratti irresistibile, caramelle per un bambino, divieti per chi ha deciso di essere un ribelle
l'Abisso ha una voce che non si può ignorare, bisogna imparare a conviverci, a spingersi quanto più possibile sul ciglio del precipizio per ascoltarla ma poi farsi da parte quando si sfiora il punto del non ritorno
ci agghindiamo, spendiamo la vita in superficialità, e ridiamo e facciamo carezze e siamo altruisti ma alla fine, in fondo, troppo in fondo, dove arrivano solo i palombari, bisogna avere acciaio nel cervello per sopportare il richiamo delle sirene dell'abisso.
Hanno iniziato a cantare sette anni fa per me e ora soltanto le avverto ricominciare più insistenti dopo aver negato la loro esistenza per tutto questo tempo, le avverto e cerco di affrontare e combattere questo canto, ma una sirena è una sirena è una sirena è una sirena e non sono ulisse perchè non ho Itaca alcuna, soltanto pezzi di un puzzle che non riesco a comporre, incompleto fino alla nausea
Ma l'Abisso non smette di chiamare e sarebbe forse più facile lasciarsi cullare fra le sue onde buie,  quando all'improvviso il dubbio amletico si staglia dietro le palpebre come monito e ci si scotta come col ghiaccio facendo tre passi indietro inorriditi da sé
Ma noi siamo quello che siamo e rifiutare un richiamo è il nostro istinto sottomesso alla ragione, siamo noi sottomessi a una sovrastruttura sociale che forse neanche Kant e i suoi amici
E quindi per la cronaca, ognuno ha i suoi punti deboli e i suoi richiami e le sue fissazioni che è giusto assecondare, per cui a chi non se ne rende conto ed ha soltanto un Ego tanto spropositato quanto inutile và tutto il mio dolcissimo e appassionato vàaldiavolo ma adesso, non domani.




[Avviso ai naviganti: la grammatica l'ha portata via la mia rabbia frustrata, pace e bene e.]

7 commenti:

trevizerosei ha detto...

...del resto come diceva Nietzsche se guardi troppo a lungo nell'abisso, l'abisso guarda dentro di te...

Nocturnalia ha detto...

Esatto: la mia è una umile rivisitazione in chiave incazzata...

trevizerosei ha detto...

condivido....

BelRoscioInside ha detto...

Quanto ti capisco.Quanto mi fa schifo la gente con un ego spropositato. Ne ho incontrata una st'estate o per meglio dire "conosciuta" che diamine.._.

Almar ha detto...

Stasera torno con grandissimo piacere a rileggerti.. anche io mi ricordo di te, e mi fa piacere che per te sia lo stesso :)E' curioso.. queste parole nietzschiane le ho sentite molto mie in questi giorni.. l'Abisso può avere diverse nature, facce e voci; nel mio ho relegato certi pensieri che ho considerato saggio abbandonare.. certo le tentazioni sono forti, e a volte stendere il collo per gettare un'occhiata è veramente un'azione incontrollabile. Vorrei dirti che è giusto mantenerci nella razionalità per il quieto vivere, ma sono la prima a non credere che sia completamente così. Forse quelle voci andrebbero ascoltate, invece, per capire e capirci, senza i paraocchi e gli schemi mentali che la morale e la civiltà ci hanno imposti. Penso che alla fine accettare chi o cosa siamo è il primo passo per imparare a vivere meglio..Un carissimo abbraccio,Almar~

PERVERTITO ha detto...

E cosa hai visto quando ti sei avvicinata al tuo abisso?

"Ma noi siamo quello che siamo e rifiutare un richiamo è il nostro istinto sottomesso alla ragione, siamo noi sottomessi a una sovrastruttura sociale che forse neanche Kant e i suoi amici" grossissima verità!

Dr.Pat ha detto...

mh