sabato 12 dicembre 2009

Gothlandia

Un sogno, un futuro illusorio e una visione fuggevole.
Avrò una casa grande e tante vetrine in cui poter sistemare le mie molteplici bambole senza il terrore che la luce del sole le danneggi. Sarà un po' come la Fallingwater di Frank Lloyd Wright, innestata dentro una cascata senza danneggiare l'estetica ambientale nè il corso naturale dell'acqua (o forse un po' sì, ma la soddisfazione di guardare l'acqua che scorre accanto alla vetrata del salotto, beh, ne vale la pena). Avrò dei gatti, non tantissimi, altrimenti non saprei gestirli, ma un po', e se ne aggiungerebbero di nuovi a due a due o anche uno per volta, una volta al mese, così da potersi inserire con tranquillità, e da lasciare a me tutto il tempo di decidere per ciascuno un nome adatto, elegante e ridondante oppure rapido e deciso a seconda di indole, dimensione e razza. Avrò il mio certosino Cagliostro, e un maine coon dolcissimo che mi scalderà d'inverno quando nonostante i termosifoni avrò le mani gelide. A proposito, avrò le unghie lunghe senza alcuna difficoltà, perchè qualora le rosicchiassi ricrescerebbero in una notte. Avrò un camino perchè la casa sarà in un bosco e quindi il fumo non entrerà nell'appartamento al piano di sopra, ci sarà sempre profumo di spezie e incenso, ma non troppo forte, che profumi di buono ma non sia invasivo. Avrò tante candele e le accenderò spesso quando non ho voglia di luce ma solo dei miei gatti, avrò la mia macchina fotografica e tanti di quei soggetti che non salverò neanche più le foto, le scatterò soltanto...
Avrò un'altalena in giardino con il filo corto così da non toccare a terra con i piedi, per poter scendere saltando e avere l'impressione di volare.  Ci inviterò le persone belle, quelle meschine e false saranno solo un vago ricordo, e ben presto nella nebbia della sera anche il ricordo sfumerà.
Berremo cioccolata calda con la panna e giocheremo a fare associazioni strane, salti mentali da un argomento all'altro, e rideremo e ci sarà sempre musica da commentare e da suonare per quando il canto degli uccelli notturni non basti come melodia. Saremo abbastanza pochi da non dover mantenere segreti o dire bugie, vivremo in armonia senza litigare con le convinzioni degli altri.
In tanti modi hanno chiamato questo luogo...in origine fu Utopia, il sogno, l'altrove, il fuori-di-qui. Io ed altri lo abbiamo chiamato Gothlandia, un luogo magico che s'è trasformato nel tempo e con me ma che, in sostanza, è rimasto lo stesso... un po' come la mia essenza.
Certi giorni vorrei davvero avere la chiave per potervi accedere.

6 commenti:

CieloVerso ha detto...

Io ci vorrò una stanza col soffitto in cristallo, oltre il quale volteggiano pagine di libri in lingue inesistenti ─ lì soltanto per movimentare l'ambiente. E nell'aria un profumo che cambi frangranza in base al mio umore.
Non ci saranno lampadari o candele ma piccole particelle di luce, invisibili ad occhio nudo, che illumineranno la camera, così che quando ne inspirerò un po' ed uscirò fuori al buio, rilascerò espirando nuvolette di luce.
E voglio una scimmietta con le ali e le piume di un pavone, in grado di suonare il violino! Ma piccola piccola, che mi stia su una spalla, accanto all'orecchio, senza che io me ne accorga...

luomoombra ha detto...

ssììììì!!!!
la cioccolataaaaa!!!!!!

(senza panna però)

HarmonieNoir ha detto...

il tuo blog mi sembra la prima, piccola finestra che si affaccia su quel mondo...

capului ha detto...

In questa misera e triste vita mi è rimasto solo questo: SOGNARE!!!

doktorgeiger ha detto...

secondo me è già bello desiderare di avere la chiave, in un certo senso è già tutto lì, è già li la chiave, nella poesia, nell'amore, nell'intuizione, ma non c'è mai un punto d'arrivo se non fragile e momentaneo, il sublime è saper essere al mondo con questo spirito di grazia e fragilità (cosa difficilissima, lo so)   ciao

Nocturnalia ha detto...

Parecchio vero, Herr Doktor...Ma ci si prova, a conviverci, facendo a pugni con la realtà giornodopogiornodopogiorno... un po' si sanguina, e un po' brillano gli occhi. Bisognerebbe abituarsi, ma non si può, otherwise non ci si stupirebbe più. E si ritornerebbe reali.Buona Giornata!